Stare a casa in malattia, influenza, non essere al lavoro e neppure in vacanza ecco e gia' la vita riprende ritmi piu' naturali, piu' normali e sopportabili, i pensieri si schiariscono, la mente e' alleggerita.
Mi alzo presto, quando è ancora buio, grazie alla mia insonnia, vecchia compagna che mi visita ogni notte nel mio letto e ...me lo fa lasciare stufo di lottare con lei sotto il piumone
Il "vero" Sean, era un ragazzo irlandese, un enorme vikingo, alto, biondo, muscoloso e sopratutto bellissimo; lo incontrai la prima volta ad un party o un barbeque a casa del mio amico Paul a Donabate, poi ci rivedemmo sempre in simili occasioni, amava raccontare della sua vita e di tutto un po', dei diversi lavori che aveva fatto, persino il modello,rideva di se stesso e dell'effetto che faceva sulle donne, rideva come un bambino un riso largo, aperto, che trascinava,la sua risata scoppiava come un tuono che andava a morire in lontananza e rimaneva traccia solo negli occhi limpidi.
Era un tipo che non passava inosservato, entravi con lui in un pub e tutte le teste delle donne si voltavano in una sola direzione , la sua, ovviamente tu eri sulla traiettoria degli sguardi solo incidentalmente.
Si sposo' , come molti fanno, sposo' Sinead o così mi sembra di ricordare, lei e' nella Garda, non brutta, non bella ne' appariscente.
Poi un giorno seppi che Sean era andato nel Nord per fare delle immersioni, una sua passione, era andato giu'e quando e' tornato su era morto.
Mi manca la sua risata che scuoteva il suo corpo da gigante e ci faceva ridere, la sua sana e semplice vitalita', che a me mancava, mi faceva bene esserne esposto era come stare al sole dopo tanto buio e freddo, abbiamo avuto poco tempo, tu hai avuto poco tempo, forse per quello hai voluto vivere cosi' intensamente ed in fretta...